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Storie e leggende lucchesi

La voragine aperta sull'inferno nella chiesa di S. Agostino
Sapevate che a Lucca c’è uno degli ingressi per l’inferno? Non che sia particolarmente agevole o praticabile (ammesso che qualcuno voglia praticarlo), ma insomma pare che ci sia, almeno secondo le tradizioni che riguardano la "Madonna del sasso".
Quest’immagine sacra è al centro di una singolare leggenda: la leggenda racconta infatti che anticamente un uomo non molto pio, avendo perduto al gioco tutti i suoi beni, per la rabbia scagliò un sasso contro l’affresco, colpendo la Madonna sulla spalla destra. Immediatamente avvenne un triplice prodigio: dalla ferita sgorgò del sangue, la Vergine spostò il Bambino dal braccio destro al sinistro e, infine, sotto i piedi del bestemmiatore si spalancò una profondissima voragine.
Ma la voragine non lo inghiottì subito: rimase infatti sospeso a mezz’aria per un tempo tale che molti accorsero a vedere l’incredibile fenomeno, incitando l’uomo a pentirsi e chiedere perdono per il suo gesto blasfemo; lui però non volle sentire ragione, finché all’improvviso precipitò nel pozzo senza fondo.
In seguito furono fatte delle prove, calando nell’abisso una corda, che fu ritratta bruciacchiata e puzzolente di zolfo, e un cane, di cui si racconta che anch’esso tornò su bruciacchiato (si ignora se vivo o morto). Qualche tempo dopo, a causa del puzzo che di tanto in tanto ne usciva, e per evitare che i ragazzini continuassero a tirarvi dentro pietre e sassi (non si sa mai, meglio non disturbare!), l’apertura del pozzo fu chiusa con una lastra di ferro, una croce e un chiusino di pietra ferrato, tuttora visibile all’interno della chiesa di S. Agostino, così come l’immagine sacra. Sopra il pozzo è una lapide con un’iscrizione che ricorda la misericordia della Madonna, pronta a perdonare l’empio se solo si fosse pentito.
Un altro curioso episodio è legato a questa leggenda: sul finire del settecento, un giovane membro del Gran Consiglio propose, per salvare le campagne dalle piene del Serchio, di deviarne il corso facendolo defluire direttamente all’inferno, tramite la buca di S. Agostino, aggiungendo che data la gran quantità d’acqua che vi sarebbe entrata, anche i dannati ne avrebbero avuto un certo refrigerio. La proposta non venne accolta.


Indice
Santa Zita e la porta dell’Angelo
La voragine aperta sull'inferno nella chiesa di S. Agostino
La Madonna dipinta sulle mura perdona il soldato blasfemo
Porta S. Donato, 1845: l’ultima ghigliottina in azione
La mannaia che risparmiò un innocente
Il calcio ai tempi della Repubblica Lucchese
Il Miracolo del Pan del Lupo
La "pietra del diavolo" a Palazzo Bernardini